È un fatto noto. Agli economisti piace farlo con i modelli. Solo che lo fanno spesso con modelli sbagliati o irrilevanti – si sarebbe tentati di aggiungere. Ma è sempre sbagliato fare uso di modelli? No, non direi. Se è vero che i modelli in economia offrono spesso una descrizione semplicistica della realtà (ma in un certo senso è proprio ciò che devono fare), possono comunque costituire uno strumento importante di analisi.
A patto che li si usi non per produrre apologia della realtà “là fuori”, ma per sottoporla a critica. Il mio esempio preferito è anche il modello dinamico macroeconomico più semplice che ci sia, il modello Harrod-Domar. Lo scopo originale del modello Harrod-Domar non era quello di offrire alle classi dirigenti una ricetta semplice semplice di crescita economica (che fa più o meno così: se non crescete è perchè non risparmiate e investite abbastanza! – suona familiare vero?). Al contrario, era quello di dimostrare che un sentiero di crescita bilanciata è assai improbabile in regime di laissez-faire. Che la crescita può al più essere garantita da una complessa struttura istituzionale, che imbrigli le forze di mercato. E che, fatevene una ragione, non durerà per sempre.
È questo il tema della mia lezione del corso di ‘Understanding the global economy’, questo giovedì. Ecco la bozza preliminare delle slides che conto di utilizzare. Enjoy it.